martedì 16 settembre 2014

La Chiesa insegna a fare pochi figli?Assolutamente no!



Cari fratelli continuiamo con il tema dell' apertura alla vita.Qualcuno ha criticato il fatto che ho citato la Humanae Vitae a pezzi.Rispondo che non potevo certo trascriverla per intero!In ogni caso,anche se lo avessi fatto;il senso dell'Enciclica non sarebbe,di certo cambiato.Le parole del beato Papa Paolo VI sono chiarissime e non si prestano ad alcun equivoco nè dubbio.La Humanae Vitae,non ha mai insegnato nè incoraggiato,la denatalità nè ha mai insegnato a fare pochi o addirittura nessun figlio.Quello che è avvenuto in Italia e in Europa ha contraddetto l'insegnamento della Chiesa.Nella nostra società e purtroppo anche in vari settori della Chiesa,si è imposta una mentalità contraria alla vita,contraria ai figli,alla famiglia numerosa e questo è segno di secolarizzazione cioè di adeguamento alla mentalità mondana.Ma come ho detto:La Chiesa ha mai invitato o insegnato a fare pochi figli?Assolutamente no!Al contrario gli ultimi Papi hanno insegnato che bisogna avere più fiducia e aprirsi maggiormente alla vita!

Facciamo un brevissimo exursus dei discorsi degli ultimi Papi su questo tema.Il 6 febbraio 2000 San Giovanni Paolo II all'angelus domenicale disse quanto segue:

"Il preoccupante calo demografico registrato in questi anni non può non essere per la società italiana motivo di attenta riflessione e stimolo al rinnovamento,sia nella mentalità che nelle scelte culturali, politiche e legislative.E' compito che investe,certo, le pubbliche istituzioni, chiamate a rimuovere le difficoltà che ostacolano le famiglie. Ma è soprattutto ai coniugi che spetta di ravvivare la cultura dell'amore e della vita, riscoprendo la missione di genitori, da essi assunta nel momento del loro matrimonio".

Il testo completo dell'angelus si può leggere al seguente link:


Anche il Papa emerito, Benedetto XVI ,nella sua visita in Croazia del 4 e 5 giugno 2011 rivolse lo stesso invito:

"Non bisogna avere timore di impegnarsi per un'altra persona.Care famiglie, gioite per la paternità e la maternità. L'apertura alla vita è segno di apertura al futuro, di fiducia nel futuro”.


L'attuale Papa,Francesco, ha invitato le coppie cristiane ad essere più prolifiche nel discorso tenuto alla casa Santa Marta il 2 giugno 2014.Il discorso si può leggere su L’Osservatore Romano, ed. quotidiana, Anno CLIV, n. 124, Mart. 03/06/2014)

"A Gesù non piacciono questi matrimoni che non vogliono i figli, che vogliono rimanere senza fecondità". Sono il prodotto della «cultura del benessere di dieci anni fa», secondo cui «è meglio non avere figli, così puoi andare a conoscere il mondo in vacanza, puoi avere una villa in campagna e stai tranquillo!». È una cultura che suggerisce che «è più comodo avere un cagnolino e due gatti», così «l’amore va ai due gatti e al cagnolino». Però così facendo «alla fine questo matrimonio arriva alla vecchiaia in solitudine, con l’amarezza della cattiva solitudine: non è fecondo, non fa quello che Gesù fa con la sua Chiesa".

Appare chiaro quindi che, gli ultimi Papi, non hanno mai insegnato che si dovessero fare pochi figli.Quanto si è attuato nella nostra società ,cioè denatalità,dimostra che ci si è discostati dall'insegnamento della Chiesa anche in ambito cattolico.


Anche la Conferenza Episcopale Italiana,attraverso il suo Presidente.il Card.Angelo Bagnasco,ha evidenziato il problema della scarsa prolificità:

"l’Italia sta andando verso un lento suicidio demografico» perché «oltre il cinquanta per cento delle famiglie oggi è senza figli,e tra quelle che ne hanno quasi la metà ne contemplano uno solo, il resto due, e solamente il 5,1 delle famiglie ha tre o più di tre figli".

Non pochi cattolici e Sacerdoti pensano che la procreazione responsabile consista nell'insegnare ai coniugi i metodi naturali per evitare gravidanze indesiderate.Ma questo è solo un aspetto e spesso viene considerato in modo assai riduttivo.I metodi naturali spesso sono usati in modo sbagliato commettendo abusi che sono un disordine morale grave. 

I metodi naturali sono consentiti dalla Chiesa quando sussistono motivi seri,gravi indicati dalla Humanae Vitae cioè  condizioni fisiche, economiche, psicologiche e sociali.Quando sussistono ,per esempio, disoccupazione,depressione,malattie fisiche.Non qualunque sciocchezza o futilità.

L'uso smodato di questi metodi ,basati sulla astenzione periodica, non è contraccezione,perchè questa materialmente non c'è,ma rimane comunque un disordine morale che va confessato.Usare dei metodi naturali ,senza motivo serio,grave,valido è segno di egoismo,di visione della sessualità solo in senso edonistico,ludico:

L'usufruire dei "periodi infecondi"nella convivenza coniugale può diventare sorgente di abusi,
se i coniugi cercano in tal modo di eludere,senza giuste ragioni la procreazione,abbassandola sotto il livello moralmente giusto delle nascite nella loro famiglia.Occorre che questo giusto livello sia stabilito tenendo conto non soltanto del bene della propria famiglia,come pure dello stato di salute e delle possibilità degli stessi coniugi,ma anche del bene della società a cui appartengono,della Chiesa e perfino dell'umanità intera.In nessun modo essa è unilateralmente diretta alla limitazione della prole:essa significa anche la disponibilità ad accogliere una prole più numerosa".
                                                                                                       
E pensare che esistono ancora pseudo cattolici e pseudo "teologhesse" che si permettono di attaccare le famiglie numerose.