Mons.Annibale Bugnini |
Sui blog filotradizionalisti spesso si parla in modo sprezzante di Mons.Annibale Bugnini che fu, segretario della Commissione liturgica istituita da Papa Paolo VI per applicare la riforma liturgica voluta dal Vaticano II.Mons Bugnini viene dipinto come un traditore,un uomo di scarse qualità.Le accuse più gravi nei suoi confronti sono quelle di appartenere alla massoneria.Anche gli "Osservatori"usano questi argomenti per attaccare il CNC.
Questo accade perchè ricordiamo che Mons.Annibale Bugnini nel 1974 inviò una nota laudatoria per le celebrazioni del Cammino Neocatecumenale che lui qualificò come "modello eccelllente"scaturito dalla riforma della liturgia.
Si puo leggere su questo link: http://it.cathopedia.org/wiki/Cammino_Neocatecumenale.
Mons. Annibale Bugnini nelle sue “Memorie autobiografiche”, recentemente pubblicate dedica uno spazio piuttosto considerevole all’accusa della sua presunta appartenenza alla massoneria. Sono pagine che meritano una lettura attenta, dato che anche recentemente in alcuni blog non solo il Monsignore, ma anche la riforma liturgica di cui egli fu importante artefice, sono considerati in qualche modo in rapporto con la massoneria. Ecco un brano:
“… Furono pure interrogati i capi della massoneria. Il gran maestro Lino Salvini il 10 agosto dichiarava a Panorama: ‘Cardinali in loggia non ne abbiamo. In questo elenco [dei 114 prelati pubblicati su Panorama] conosco solo quattro persone e questo non significa che siano massoni. Oltretutto dagli schedari della massoneria non c’è nulla che somigli alla sequenza di data di iscrizione, numero di matricola, monogramma, che appare nell’elenco’. E il capo della massoneria francese Richard Dupuy sottolineò alla TV non senza una punta di disprezzo: ‘Dopo l’abate Baruel e Leone Taxil mons. Lefèbvre ha ripreso i vecchi temi rancidi della massoneria’.
Dalla polemica non poteva rimanere estraneo Minute, l’ebdomadario francese, che si pasce di scandali. Ne parlò ripetutamente e ogni volta con strafalcioni da prendersi con le molle. Me ne scrisse il P. Gérard Lefond osb dell’abbazia di Saint-Wandrille, il quale mi mandò ritagli di tutte le pubblicazioni francesi, che erano entrate nell’arringa, e mi chiedeva di fare una pubblica dichiarazione sul tipo di quella rilasciata dal card. Villot per il proprio caso. Ci pensai un po’ e quindi acconsentii e gliene mandai il testo che diceva: ‘Mons. Bugnini lascia alla Santa Sede la cura di difenderlo, se lo riterrà utile. Ma nega categoricamente di aver avuto mai il minimo rapporto, vicino o lontano, diretto o indiretto, con la massoneria o qualunque altra società del genere’. E Le Figaro, dell’8 ottobre 1976, aggiungeva: ‘Perché mons. Bugnini – al quale alcuni rimproverano un eccesso di discrezione – abbia accettato di pubblicare queste righe, bisogna proprio che sia stato ferito profondamente e ulcerato da un procedimento che si rivolta in ultima analisi contro coloro che lo hanno usato’.
Finalmente il 10 ottobre giunse anche una nota dell’Osservatore Romano firmata da Virgilio Levi, che diceva: ‘L’ultima considerazione ci viene dalla lettura di un fogliaccio del peggiore clericalismo, intitolato Sì sì no no e scritto da gente che non ha il coraggio di firmarsi con nome e cognome. Difendono una tal quale purezza di fede, che consiste nel gridare ‘dalli all’untore ’ a tutti coloro che non la pensano come loro, ossia nei termini del più squallido conservatorismo di pensiero: siano essi cardinali, arcivescovi, teologi, uomini di curia, giornalisti ecc. Da qualche tempo la loro trovata è di accusare la Chiesa ufficiale e istituzionale di essere guidata da prelati affiliati alla massoneria. Scrivono nomi e date di affiliazione, con la sicumera di un ufficiale fellone che verga falsi in atti pubblici. Ci sarebbe un solo modo per metterli a tacere: una secca denuncia per calunnia e diffamazione a mezzo stampa, con tutte le più ampie facoltà di prova. Finirebbero in galera. Adiremo le vie legali? Sarebbe dare troppa importanza a gente che si comporta in modo miserabile. Basti, almeno per ora, questa protesta ferma e decisa. Nessuno, scriviamo, nessuno, dei prelati vaticani da essi indicati, ha mai avuto a che fare con la massoneria. Ciò va detto, per ritorcere la possibile accusa che chi tace acconsente. Per il resto, è troppo chiaro che il ‘Sì sì no no’ evangelico copre in questo caso melma, bassezza morale e non si sa se anche oscuri e non nobili interessi’… “.
Fonte: A. Bugnini, “Liturgiae cultor et amator, servì la Chiesa”. Memorie autobiografiche, Edizioni Liturgiche, Roma 2012, pp. 104-105.