mercoledì 30 novembre 2011

Il culto Eucaristico fuori la Messa correttamente inteso e considerato





Il culto Eucarisico fuori la Messa è molto importante per la Chiesa e per tutti i cristiani.Anche il  percorso Neocatecumenale prevede questa preziosa pratica di pietà cristiana come sua parte integrante come si evince dallo Statuto all'art.14 comma 4:


"§ 4. I neocatecumeni vengono inoltre gradualmente istruiti al culto eucaristico fuori della Messa all’adorazione notturna, alla recita del santo Rosario e alle altre pratiche di pietà della tradizione cattolica."

E' da ritenere quindi assolutamente falsa e tendenziosa  l'accusa secondo la quale il Cammino Neocatecumenale o gli iniziatori di questa realtà ecclesiale,sarebbero contrari o avrebbero irriso il culto Eucaristico fuori la Messa!

Gli iniziatori del Cammino Neocatecumenale,nelle catechesi ,contenute nel primo volume del Direttorio Catechetico,fanno cenno al culto Eucaristico fuori la Messa ma non per ridicolizzarlo o irriderlo ma per sottolineare come ,specie nell'epoca post Tridentina si sia insistito molto sul culto eucaristico fuori la Messa  facendo in modo che fosse vissuto come qualcosa di staccato dalla celebrazione della Messa. 

Ho ritrovato concetti simili a quelli espressi da Kiko e Carmen in una riflessione dell'ottimo Prof.Matias Eugè nel suo blog :http://www.liturgiaopustrinitatis.it/ ve li proprongo:


"In modo sintetico, possiamo dire che se l’antichità cristianità ha vissuto l’Eucaristia soprattutto come celebrazione comunitaria del memoriale del Signore, nella partecipazione alla comunione del suo “corpo” eucaristico ed ecclesiale insieme; nel Medioevo occidentale il centro di attenzione si è spostato sulla presenza reale di Cristo, considerata sempre meno in relazione organica alla celebrazione e vista sempre più in se stessa, in un certo senso come “valore autonomo”.
Contemplando la medesima Eucaristia, mentre la mentalità greco – cristiana del tempo dei Padri vedeva l’Eucaristia come memoria dell’azione salvifica di Gesù Cristo, la mentalità germanica del Medioevo vede invece la stessa Eucaristia come il “mistero”, nel senso del “nascondimento” del Corpo di GesùMentre dunque la mentalità antica considerava l’Eucaristia partendo dalla celebrazione, la mentalità germanica vede l’Eucaristia partendo dal pane e dal vino, considerati come il velo che copre e nasconde il Corpo del Signore, isolando così tendenzialmente la considerazione dell’Eucaristia sia dalla vicenda storica di Gesù Cristo, sia dalla Chiesa.

Il sorgere stesso del metodo “allegorico” è il sintomo che la “memoria reale”, l’anamnesi, non è più capita.

La comprensione che avevano i Padri dell’Eucaristia si evidenzia nella celebrazione, mentre non appare fuori della celebrazione. La celebrazione eucaristica è infatti la memoria/anamnesi dell’azione salvifica di Gesù Cristo, che stringe intorno a sé la comunità ecclesiale, raccolta/redenta precisamente dall’azione salvifica di Gesù Cristo. E’ la prospettiva messa in risalto da tutte le catechesi patristiche.

L’epoca postridentina è stata caratterizzata sia dalla sottolineatura del culto eucaristico fuori della Messa, sia dall’insistenza  sacrificale della Messa in chiave antiprotestantea . Si sviluppa una pietà eucaristica che, pur sottolineando giustamente la presenza reale di Cristo nell’Eucaristia, tende a divenire unilaterale e incompleta, perdendo di vista il significato della Messa come un tutto unico e la sua conclusione naturale con la Comunione, che viene sempre più spostata o abbandonata. La teologia di ispirazione scolastica si caratterizza per il suo riferimento all’essenza delle cose, e ha concettualmente espresso la fede eucaristica attraverso la dottrina della transustanziazione, che vede e identifica l’Eucaristia nella realtà del corpo e del sangue del Signore. La riflessione attuale privilegia invece la ricerca del significato delle cose, dentro un orizzonte di pensiero di carattere fenomenologico o personalistico, certo decisamente antropologico, ma potrebbe rischiare di disattendere il riferimento primario a Gesù Cristo, rapportando l’Eucaristia più direttamente all’uomo; si pensi, in proposito, all’accentuazione dell’Eucaristia come comunione con i fratelli. “L’Eucaristia è un dono troppo grande, per sopportare ambiguità e diminuzioni” (Ecclesia de Eucharistia 10). Nessuno degli elementi che il pensiero e la pietà cristiana hanno rilevato nell’Eucaristia lungo i secoli deve essere perduto; tutti devono essere però organicamente ordinati e vissuti intorno alla celebrazione del memoriale, sacrificio – convito. Si tratta di ricuperare la prospettiva patristica senza dimenticare gli apporti posteriori. Questa è la sfida del nostro tempo!