sabato 1 ottobre 2011

Nuova evangelizzazione,nuova parrocchia,piccole comunità








Il 30 maggio 2004 la Conferenza Episcopale Italiana pubblicava una nota pastorale intitolata:"Il volto missionario della parrocchia nel mondo che cambia".

Nella introduzione di questo importante documento si dice quanto segue:

"Non si può dare più per scontato che,tra noi e attorno a noi,in un crescente pluralismo culturale e religioso sia conosciuto il Vangelo di Gesù": le parrocchie devono essere dimore che sanno accogliere e ascoltare paure e speranze della gente,domande e attese,anche inespresse,e che sanno offrire una coraggiosa testimonianza e un annuncio credibile della verità che è Cristo".

Il Beato Giovanni Paolo II già nel memorabile discorso del suo insediamento nella Cattedra di Pietro nel 1978,nel quale invitava ad aprire le porte a Cristo,fece intendere che l'EVANGELIZZAZIONE sarebbe stata una delle colonne del suo pontificato e che c'era  la necessità di NUOVA EVANGELIZZAZIONE !!

L'attuale Papa Benedetto XVI,proprio per promuoverla, ha istituito una apposita Congregazione Vaticana.

Nonostante tutti questi appelli si nota ancora una certa difficoltà nel tradurli in concretezza specie in ambito di pastorale parrocchiale.Si ha la sensazione che ci sia ancora un eccessivo attaccamento alla pastorale che Kiko Arguello definisce "DEL TEMPIO",giusta e necessaria ma ormai insufficiente  a fronteggiare la realtà attuale perchè priva di slancio missionario.  

Si nota anche una  certa debolezza nel processo di iniziazione cristiana che non riesce a formare adeguatamente i giovani che di fatto spariscono dalla vita cristiana dopo  la ricezione dei Sacramenti dell' iniziazione
cristiana,battesimo,comunione,cresima. 

Sempre Papa Giovanni Paolo II nel 1985 durante un simposio con i Vescovi europei nel quale si analizzava la situazione di secolarizzazione e scristianizzazione dell'Europa,ebbe ad invitare i Vescovi ad abbandonare gli schemi pastorali atrofizzati e ad aprirsi alle nuove realtà generate dallo Spirito Santo.

Il documento della CEI,in diversi punti, accenna a questa esigenza di cambiare la pastorale in senso missionario:

" Evangelizzare, impegno di sempre e di oggi

Sulla tua parola getterò le reti» (Lc 5,5). Stare nella barca insieme a Gesù, condividere la sua vita nella comunità dei discepoli, non ci rende estranei agli altri, non ci dispensa dal proporre a tutti di essere suoi amici. Egli stesso esorta i discepoli a prendere il largo: «Duc in altum» (Lc 5,4). Giovanni Paolo II, all’inizio del terzo millennio, rinnova l’invito di Gesù a tutta la Chiesa perché assuma con coraggio, con «un dinamismo nuovo»,[1] la propria responsabilità verso il Vangelo e verso l’umanità. Ci viene chiesto di disporci all’evangelizzazione, di non restare inerti nel guscio di una comunità ripiegata su se stessa e di alzare lo sguardo verso il largo, sul mare vasto del mondo, di gettare le reti affinché ogni uomo incontri la persona di Gesù, che tutto rinnova".


Il Cammino Neocatecumenale si pone nel solco della Nuova Evangelizzazione,anzi possiamo dire che è uno strumento di evangelizzazione e la missionarietà fa parte della sua natura e la esprime sotto diverse forme.Già nelle catechesi iniziali,a coloro che vogliono pecorrere  questa iniziazione cristiana,viene prospettata la natura missionaria del Cammino e il dinamismo a cui viene chiamato ogni membro.

In una delle prime catechesi iniziali si fa cenno esplicitamente  alla Pastorale sacramentale e alla pastorale di evangelizzazione e del cambiamento che le parrocchie sono chiamate a fare per assumere un maggior dinamismo missionario e di come il Cammino Neocatecumenale rende concreto questo cambiamento.
Kiko Arguello afferma che la pastorale tradizionale, basata sulla distribuzione dei Sacramenti(Sacramentale)pur avendo un suo scopo e significato,ha purtroppo il limite di essere poco missionaria e di non arrivare a tanti nostri fratelli e sorelle"lontani"  indifferenti alla vita sacramentale o addirittura atei.

Anche il documento della CEI accenna a questo leggiamolo:

4. La missione della parrocchia oggi


Nella parabola del pastore e della pecora perduta e ritrovata, Gesù si preoccupa di mostrare che, per il pastore, anche una sola pecora è tanto importante da indurlo a lasciare tutte le altre nel deserto, per andare a cercare l’unica che si è smarrita; e quando la ritrova, prova una grande gioia e vuole che la sua gioia sia condivisa (cfr Lc 15,4-7). Il pastore Gesù è la trasparenza dell’amore di Dio, che non abbandona nessuno, ma cerca tutti e ciascuno con passione.
Tutte le scelte pastorali hanno la loro radice in
quest’immagine evangelica di ardente missionarietà. Essa appartiene in modo tutto particolare alla parrocchia.

E' Ovvio che parlare di missionarietà e di cambiamento pastorale non significa disprezzare la pastorale tradizionale o cancellarla.E' lo stesso documento della CEI a ricordarlo:

"E' controproducente concepire la “svolta missionaria” quasi in alternativa alla pastorale ordinaria e sottostimare quest’ultima, come se fosse, di sua natura, soltanto statica gestione dell’esistente. Ma occorre anche avere il coraggio della novità che lo Spirito chiede oggi alle Chiese. Non mancano punti di riferimento per il discernimento pastorale e per far emergere e accrescere la forza missionaria della parrocchia. Essi sono stati evidenziati nell’Assemblea dei vescovi ad Assisi e vengono qui proposti in quanto li riteniamo decisivi per dare un volto missionario alle nostre comunità parrocchiali".

E' NECESSARIA UNA REVISIONE,UN CAMBIAMENTO,UN PASSAGGIO AD UNA NUOVA FORMA DI PARROCCHIA CONCEPITA COME COMUNITA' DI  COMUNITA'APERTA ALLA MISSIONE,ALL' EVANGELIZZAZIONE.

L'art.7 dello Statuto del Cammino Neocatecumenale recita:

"All'interno della parrocchia il Neocatecumenato è vissuto in piccola comunità-denominata comunità neocatecumenale-dato che la forma completa o comune dell'iniziazione cristiana degli adulti è comunitaria".

Ancora Papa Giovanni Paolo II nella Esortazione Apostolica Christefideles laici sottolinea l'opportunità delle piccole comunità all'interno delle Parrocchie:

"All'interno poi di talune parrocchie, soprattutto se vaste e disperse, le piccole comunità ecclesiali presenti possono essere di notevole aiuto nella formazione dei cristiani, potendo rendere più capillari e incisive la coscienza e l'esperienza della comunione e della missione ecclesiale. Un aiuto può essere dato, come hanno detto i Padri sinodali, anche da una catechesi postbattesimale a modo di catecumenato, mediante la riproposizione di alcuni elementi del «Rituale dell'Iniziazione Cristiana degli Adulti», destinati a far cogliere e vivere le immense e straordinarie ricchezze e responsabilità del Battesimo ricevuto(218)".

Probabilmente prima di  cambiare schemi bisogna cambiare la nostra mentalità,maturare la consapevolezza del nostro essere cristiani i quali ,in forza della propria appartenenza a Cristo ,derivante dal battesimo,sono chiamati ad  annunciare il Vangelo.Del resto già il Concilio Vaticano II nel decreto conciliare:Apostolicam Actuositatem  rivolgeva questo appello ai laici e li invitava ad una maggiore missionarietà.A più riprese Papa Benedetto XVI  ha richiamato i laici ad essere più responsabili arrivando ad affermare che i laici sono CORRESPONSABILI dei pastori nella attivita anche di evangelizzazione.
Nel suo ultimo viaggio in Germania,il Papa non ha mancato di sottolineare che NON E' TEMPO PIU' DI CRISTIANI TIEPIDI,DI ROUTINE,CHE E' NECESSARIO PIU' SPIRITO E MENO STRUTTURA.