sabato 2 luglio 2011

Il Rito Neocatecumenale


Su alcuni blog, contari al Cammino Neocatecumenale ,si sente parlare di "Rito Neocatecumenale" volendo alludere alle celebrazioni del Cammino Neocatecumenale.Secondo gli "Osservatori del Cammino Neocatecumenale" e altri blog analoghi , le celebrazioni del Cammino sarebbero un nuovo Rito,diverso da quello della Chiesa Cattolica.

Quello che chiamano"Rito Neocatecumenale"sarebbe una invenzione di Kiko Arguello e si discosterebbe dal Rito Romano approvato da Papa Paolo VI nel 1969.Sarebbe,secondo loro,un miscuglio  di ebraismo e protestantesimo.Lo definiscono con un certo disprezzo:Rito sincretista.

Ma è proprio vero quello che dicono?Anzitutto:Esiste un Rito Neocatecumenale?

Credo sia importante dire che il termine "RITO NEOCATECUMENALE"è del tutto arbitrario ed inventato.

Nessun documento Magisteriale  usa questo termine nè ,in questi quaranta anni,nei tanti numerosi interventi dei Papi ,è stato usato il termine "RITO NEOCATECUMENALE".

CHI USA QUESTO TERMINE QUINDI LO FA CON EVIDENTE INTENTO POLEMICO E PROPAGANDISTICO.



Le celebrazioni del Cammino sono Messe cattoliche che godono di alcune peculiarità,PERMESSE ED APPROVATE DALLA SANTA SEDE, che hanno scopo DIDATTICO,CATECHETICO,
FORMATIVO essendo il Cammino Neocatecumenale un ITINERARIO DI FORMAZIONE CATTOLICA(Cnf.Epistola Ogniqualvolta 1991 G.P.II).

Sia il Beato Giovanni Paolo II che il Card.Ratzinger hanno celebrato con le Comunità Neocatecumenali.

La Chiesa Cattolica, riguardo le celebrazioni del Cammino Neocatecumenale si è espressa varie volte?Faccio un rapido excursus:

Nel 1974 la Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti ,presieduta dal Mons.Annibale Bugnini,inviava una nota laudatoria che esprimeva stima verso le celebrazioni del Cammino Neocatecumenale.Il documento fu pubblicata sul bollettino ufficiale della Congregazione per il culto Divino che si chiama Notitiae 1/8/1974.Ne propongo uno stralcio:

Tutte le riforme, nella Chiesa, hanno apportato nuovi principi e promosso nuove norme, che hanno tradotto in pratica gli intenti della riforma stessa.Così accadde dopo il Concilio di Trento; né poteva essere diversamente ai giorni nostri. Il rinnovamento liturgico incide profondamente sulla vita della Chiesa. C'è necessità che la spiritualità liturgica germini nuovi fiori di santità e di grazia, nonché di apostolato cristiano più intenso e di azione spirituale.Un modello eccellente di questo rinnovamento si trova nelle «Comunità neo-catecumenali» che sorsero a Madrid, nel 1962, per iniziativa di alcuni giovani laici, con il permesso, l'incoraggiamento e la benedizione dell'eccellentissimo Pastore madrileno, Casimiro Morcillo... Poiché si tratta non di battezzandi, ma di battezzati, la catechesi è la medesima, ma i riti liturgici si adattano allo stato di cristiani battezzati secondo le direttive già date dalla Congregazione per il Culto Divino...".

A questa nota laudatoria seguirono altri pronunciamenti  sempre positivi della  stessa Congregazione nel 1988 la quale si esprimeva in modo positivo.

Lo stesso Servo di Dio Giovanni Paolo II si esprimeva positivamente circa queste celebrazioni inviando una lettera,definita Epistola "Ogniqualvolta"nel 1991 al Card.Josef Cordes,
Vice presidente del Pontificio Consiglio per i Laici affermando:

Tali Comunità rendono visibile, nelle parrocchie, il segno della Chiesa missionaria e "si sforzano di aprire la strada all'evangelizzazione di coloro che hanno quasi abbandonato la vita cristiana, offrendo loro un itinerario di tipo catecumenale, che percorre tutte quelle fasi che nella Chiesa primitiva i catecumeni percorrevano prima di ricevere il sacramento del Battesimo; li riavvicina alla Chiesa ed a Cristo" (cfr. Catecumenato post battesimale in Notitiae 96-96, 1974, 229). Sono l'annuncio del Vangelo, la testimonianza in piccole comunità e la celebrazione eucaristica in gruppi (cfr. Notificazione sulle celebrazioni nei gruppi del "Cammino neocatecumenale" in L'Osservatore Romano, 24 dicembre 1988) che permettono ai membri di porsi al servizio del rinnovamento della Chiesa. [...]".


La stessa lettera privata della Congregazione per il Culto Divino del 1 dicembre 2005 conosciuta come "Lettera di Arinze" pur rivolgendo al Cammino Neocatecumenale la richiesta di uniformarsi al modo di comunicarsi di tutto il resto della Chiesa,come previsto nel Messale Romano, e pur chiedendo,una volta al mese,di partecipare alla "Messa Parrocchiale"non chiama mai le celebrazioni del Cammino
Neocatecumenale: Rito Neocatecumenale".Nè afferma che sia un Nuovo o diverso Rito che si pone in alternativa o in opposizione al Rito Romano della Chiesa Cattolica. 

Vorrei ricordare che la lettera di Arinze  è da considerarsi  decaduta all'atto dell' approvazione definitiva dello Statuto.Infatti ,anche se viene ricordata in calce all'art.13 dello Statuto non si deve pensare che essa sia ancora valida dato che lo Statuto non riporta le sue disposizioni  ma,di fatto le cancella,stabilendo che la comunione si faccia in piedi e rimanendo a posto,non processionalmente.Lo stesso dicasi della disposizione che chiedeva di partecipare,una volta al mese,alle celebrazioni parrocchiali .Lo Statuto sempre all'art.13 sancisce che le celebrazioni del Cammino Neocatecumenale fanno parte della pastorale liturgica domenicale della parrocchia.Sono cioè come tutte le altre celebrazion i della Messa.


Il richiamo in calce allo Statuto della letter di Arinze vuole ricordare che nelle celebrazioni il Cammino deve seguire le norme previste dal Rito Romano senza aggiungere nè sottrare nulla.


I positivi effetti di queste celebrazioni sono sotto gli occhi di tutti.Nel Cammino Neocatecumenali sono state suscitate moltissime vocazioni al Sacerdozio  e alla vita religiosa.Tante sono le famiglie ricostruite e aperte alla vita.Tanti giovani sono in comunità e il Cammino Neocatecumenale è la realtà ecclesiale che ha più presenza di giovani





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