Il Sabato santo fu originariamente un giorno aliturgico, dedicato cioè alla preghiera, alla penitenza e al digiuno.
Momento culminante e nucleo da cui è nato il Triduo sacro è la Veglia pasquale.Nel secolo VII, essa ha una ricca struttura rituale imperniata su tre elementi fondamentali: celebrazione della Parola, celebrazione del battesimo e celebrazione eucaristica (per la liturgia papale: Gregoriano, nn.362-382; per la liturgia dei Titoli presbiterali: Gelasiano, nn.425-462).Verso il XVI secolo, si cominciò con un’anticipazione della Vigilia alla mattina del Sabato Santo mentre,nei primi secoli,si era sempre vissuta di notte.Con il Messale di Pio V del 1570 viene fissata al mattino del sabato., I motivi del passaggio al mattino si debbono forse al fatto che non era consigliabile stare di notte fuori casa, ad ogni modo questa anticipazione al mattino del Sabato, è durata fino agli ultimi anni Cinquanta del XX secolo; la "Gloria" si "scioglieva" verso le 10-11 del mattino del sabato, con il suono delle campane, appunto "sciolte" dai legami messi la sera del Giovedì Santo.
Con la riforma liturgica post Concilio Vaticano II, tutto è ritornato come alle origini e il Sabato ha ripreso il significato del giorno della meditazione e penitenza.
Concludendo, notiamo che con il progredire del Medioevo si verificano alcuni sviluppi nella celebrazione del Triduo sacro che ne sgretoleranno sempre più la primitiva armonia e unità. Si verifica anzitutto una certa decomposizione dell’unità teologica della passione – morte – risurrezione a vantaggio della passione – morte del Signore che si possono meglio, tra l’altro, “rappresentare”. Emerge inoltre una tendenza a rendere la liturgia dramma sacro nella stessa azione liturgica e nelle manifestazioni folcloristiche che l’accompagnano e prolungano.