martedì 16 settembre 2014

La Chiesa insegna a fare pochi figli?Assolutamente no!



Cari fratelli continuiamo con il tema dell' apertura alla vita.Qualcuno ha criticato il fatto che ho citato la Humanae Vitae a pezzi.Rispondo che non potevo certo trascriverla per intero!In ogni caso,anche se lo avessi fatto;il senso dell'Enciclica non sarebbe,di certo cambiato.Le parole del beato Papa Paolo VI sono chiarissime e non si prestano ad alcun equivoco nè dubbio.La Humanae Vitae,non ha mai insegnato nè incoraggiato,la denatalità nè ha mai insegnato a fare pochi o addirittura nessun figlio.Quello che è avvenuto in Italia e in Europa ha contraddetto l'insegnamento della Chiesa.Nella nostra società e purtroppo anche in vari settori della Chiesa,si è imposta una mentalità contraria alla vita,contraria ai figli,alla famiglia numerosa e questo è segno di secolarizzazione cioè di adeguamento alla mentalità mondana.Ma come ho detto:La Chiesa ha mai invitato o insegnato a fare pochi figli?Assolutamente no!Al contrario gli ultimi Papi hanno insegnato che bisogna avere più fiducia e aprirsi maggiormente alla vita!

Facciamo un brevissimo exursus dei discorsi degli ultimi Papi su questo tema.Il 6 febbraio 2000 San Giovanni Paolo II all'angelus domenicale disse quanto segue:

"Il preoccupante calo demografico registrato in questi anni non può non essere per la società italiana motivo di attenta riflessione e stimolo al rinnovamento,sia nella mentalità che nelle scelte culturali, politiche e legislative.E' compito che investe,certo, le pubbliche istituzioni, chiamate a rimuovere le difficoltà che ostacolano le famiglie. Ma è soprattutto ai coniugi che spetta di ravvivare la cultura dell'amore e della vita, riscoprendo la missione di genitori, da essi assunta nel momento del loro matrimonio".

Il testo completo dell'angelus si può leggere al seguente link:


Anche il Papa emerito, Benedetto XVI ,nella sua visita in Croazia del 4 e 5 giugno 2011 rivolse lo stesso invito:

"Non bisogna avere timore di impegnarsi per un'altra persona.Care famiglie, gioite per la paternità e la maternità. L'apertura alla vita è segno di apertura al futuro, di fiducia nel futuro”.


L'attuale Papa,Francesco, ha invitato le coppie cristiane ad essere più prolifiche nel discorso tenuto alla casa Santa Marta il 2 giugno 2014.Il discorso si può leggere su L’Osservatore Romano, ed. quotidiana, Anno CLIV, n. 124, Mart. 03/06/2014)

"A Gesù non piacciono questi matrimoni che non vogliono i figli, che vogliono rimanere senza fecondità". Sono il prodotto della «cultura del benessere di dieci anni fa», secondo cui «è meglio non avere figli, così puoi andare a conoscere il mondo in vacanza, puoi avere una villa in campagna e stai tranquillo!». È una cultura che suggerisce che «è più comodo avere un cagnolino e due gatti», così «l’amore va ai due gatti e al cagnolino». Però così facendo «alla fine questo matrimonio arriva alla vecchiaia in solitudine, con l’amarezza della cattiva solitudine: non è fecondo, non fa quello che Gesù fa con la sua Chiesa".

Appare chiaro quindi che, gli ultimi Papi, non hanno mai insegnato che si dovessero fare pochi figli.Quanto si è attuato nella nostra società ,cioè denatalità,dimostra che ci si è discostati dall'insegnamento della Chiesa anche in ambito cattolico.


Anche la Conferenza Episcopale Italiana,attraverso il suo Presidente.il Card.Angelo Bagnasco,ha evidenziato il problema della scarsa prolificità:

"l’Italia sta andando verso un lento suicidio demografico» perché «oltre il cinquanta per cento delle famiglie oggi è senza figli,e tra quelle che ne hanno quasi la metà ne contemplano uno solo, il resto due, e solamente il 5,1 delle famiglie ha tre o più di tre figli".

Non pochi cattolici e Sacerdoti pensano che la procreazione responsabile consista nell'insegnare ai coniugi i metodi naturali per evitare gravidanze indesiderate.Ma questo è solo un aspetto e spesso viene considerato in modo assai riduttivo.I metodi naturali spesso sono usati in modo sbagliato commettendo abusi che sono un disordine morale grave. 

I metodi naturali sono consentiti dalla Chiesa quando sussistono motivi seri,gravi indicati dalla Humanae Vitae cioè  condizioni fisiche, economiche, psicologiche e sociali.Quando sussistono ,per esempio, disoccupazione,depressione,malattie fisiche.Non qualunque sciocchezza o futilità.

L'uso smodato di questi metodi ,basati sulla astenzione periodica, non è contraccezione,perchè questa materialmente non c'è,ma rimane comunque un disordine morale che va confessato.Usare dei metodi naturali ,senza motivo serio,grave,valido è segno di egoismo,di visione della sessualità solo in senso edonistico,ludico:

L'usufruire dei "periodi infecondi"nella convivenza coniugale può diventare sorgente di abusi,
se i coniugi cercano in tal modo di eludere,senza giuste ragioni la procreazione,abbassandola sotto il livello moralmente giusto delle nascite nella loro famiglia.Occorre che questo giusto livello sia stabilito tenendo conto non soltanto del bene della propria famiglia,come pure dello stato di salute e delle possibilità degli stessi coniugi,ma anche del bene della società a cui appartengono,della Chiesa e perfino dell'umanità intera.In nessun modo essa è unilateralmente diretta alla limitazione della prole:essa significa anche la disponibilità ad accogliere una prole più numerosa".
                                                                                                       
E pensare che esistono ancora pseudo cattolici e pseudo "teologhesse" che si permettono di attaccare le famiglie numerose.

lunedì 15 settembre 2014

Parliamo per l'ennesima volta dell'apertura alla vita.




                                                                                                               
San Pio da Pietrelcina

Fr Bernard Haring teologo redentorista




Siamo nell'imminenza del Sinodo sulla famiglia che si terrà il prossimo ottobre.Le famiglie oggi si trovano ad affrontare diverse difficoltà di diversa natura.Problemi economici,ma non solo,la crisi ha colpito soprattutto le famiglie numerose.Ma è anche l'istituto del matrimonio cristiano in se stesso ad essere in forte crisi e i divorzi sono in aumento anche tra i cattolici praticanti.I matrimoni in chiesa sono in drastico calo,mentre aumentano le libere convivenze anche tra i cattolici.La natalità poi è calata vertiginosamente fino a fare dell'Italia il fanalino di coda del mondo.Tutto il continente europeo è in forte denatalità,la famiglia numerosa è diventata una rarità,quasi un disvalore,un tabù qualcosa da evitare,che scandalizza,che indigna.Qualcosa da stupidi ignoranti,da selvaggi arretrati.Sono crollati ormai i tabù sessuali di ogni genere,l'aborto è ritenuto ormai cosa da niente e non indigna più nessuno e anche i cattolici si sono assuefatti ormai all'andazzo.L'unica cosa che indigna,anche alcuni pseudo cattolici, è la famiglia numerosa.Il coraggio di qualcuno ,di mettere al mondo una famiglia molto numerosa,infastidisce,
irrita,scandalizza e fa gridare qualcuno ai problemi dell'ecosistema.Qualche altro ben pensante invoca il senso della misura,ci chiediamo quale senso della misura ci sia stato nella nostra società dato che siamo alla  natalità zero e ultimamente la Conferenza Episcopale Italiana ha parlato di disastro demografico per l'Italia che causerà notevoli problemi sociali in un paese che sta invecchiando.

Vorremmo riproporre,per l'ennesima volta,l'insegnamento della Chiesa sull'apertura alla vita dato che circola molta confusione anche,purtroppo, tra i Sacerdoti in sede di confessione e talvolta si assiste a consigli  non in linea con il Magistero della Chiesa.Non pochi Sacerdoti sono favorevoli o quantomeno tolleranti verso la contraccezione.Ribadiamo che la contraccezione è peccato mortale in quanto è un grave disordine morale.E' un atto che perverte l'ordine naturale stabilito da Dio.Non esiste nessun caso per cui è lecito regolare la natalità attraverso la contraccezione ,benchè grave.

Vorrei anche smentire quanto detto più volte dalla pseudo teologa Maria Guarini,che scrive dietro nick di
"Mic" sul blog filotradizionalista "chiesa e post concilio",Secondo questa signora,il concetto di apertura alla vita non si limiterebbe al tema della sessualità e procreazione umana,ma anche ad una generica apertura alla natura,al creato,una sorta di ambientalismo.Diciamo con chiarezza che questa interpretazione è del tutto falsa,arbitraria,inventata dalla vivida fantasia di questa signora.Il suo discorso non poggia su alcun documento del Magistero infatti la Signora Guarini,si guarda bene dal citare alcun documento magisteriale a supporto di quanto dice,perchè non esiste.

QUESTA E' CIALTRONERIA,IPOCRISIA!

Per rendersene conto è sufficiente ricordare le prime parole della Enciclica del prossimo beato Paolo VI intitolata Humanae Vitae.Proprio per evitare equivoci Papa Paolo VI iniziò l'Enciclica con le seguenti parole:

" Il gravissimo dovere di trasmettere la vita umana...".


Si parla su alcuni blog di apertura alla vita indiscriminata,di procreazione irresponsabile.Siamo veramente al ridicolo al paradosso più becero.In un Italia fanalino di coda per la natalità si osa criticare chi invece ha il coraggio di fare molti figli.Pur di criticare il Cammino si arriva a negare l'evidenza che dimostra che,se siamo alla denatalità,sono stati fatti degli errori pastorali, e culturali.

 Eppure la HV è chiarissima infatti al punto 10 afferma: 


"10. Perciò l’amore coniugale richiede dagli sposi che essi conoscano convenientemente la loro missione di paternità responsabile, sulla quale oggi a buon diritto tanto si insiste e che va anch’essa esattamente compresa. Essa deve considerarsi sotto diversi aspetti legittimi e tra loro collegati. In rapporto ai processi biologici, paternità responsabile significa conoscenza e rispetto delle loro funzioni: l’intelligenza scopre, nel potere di dare la vita, leggi biologiche che riguardano la persona umana. In rapporto alle tendenze dell’istinto e delle passioni, la paternità responsabile significa il necessario dominio che la ragione e la volontà devono esercitare su di esse. In rapporto alle condizioni fisiche, economiche, psicologiche e sociali, la paternità responsabile si esercita, sia con la deliberazione ponderata e generosa di far crescere una famiglia numerosa, sia con la decisione, presa per gravi motivi e nel rispetto della legge morale, di evitare temporaneamente od anche a tempo indeterminato, una nuova nascita. Paternità responsabile comporta ancora e soprattutto un più profondo rapporto all’ordine morale chiamato oggettivo, stabilito da Dio e di cui la retta coscienza è vera interprete.L’esercizio responsabile della paternità implica dunque che i coniugi riconoscano i propri doveri verso Dio, verso se stessi, verso la famiglia e verso la società, in una giusta gerarchia dei valori. Nel compito di trasmettere la vita, essi non sono quindi liberi di procedere a proprio arbitrio, come se potessero determinare in modo del tutto autonomo le vie oneste da seguire, ma, al contrario, devono conformare il loro agire all’intenzione creatrice di Dio, espressa nella stessa natura del matrimonio e dei suoi atti, e manifestata dall’insegnamento costante della chiesa".

Come si può leggere l'esercizio della procreazione responsabile non significa solo usare i metodi naturali per fare meno figli possibili.La HV non invita a fare pochi figli,come invece è avvenuto.Ma afferma che,procreazione responsabile,può voler dire anche la decisione ponderata e generosa di allevare una famiglia numerosa.Il senso dell'Enciclica in molti ambienti ,anche cattolici, è stata completamente travisato.

Al punto 11 la stessa HV afferma:

"Ma, richiamando gli uomini all’osservanza delle norme della legge naturale, interpretata dalla sua costante dottrina, la chiesa insegna che qualsiasi: atto matrimoniale deve rimanere aperto alla trasmissione della vita".
   
Da questi stralci della HV quindi appaiono chiare le seguenti cose:

1)Qualsiasi atto matrimoniale deve rimanere aperto alla trasmissione della vita.Quindi è assolutamente da escludere,l'aborto diretto anche se procurato per ragioni terapeutiche;

2)E' da esculdere poi la sterilizzazione diretta, sia perpetua che temporanea, tanto dell’uomo che della donna;

3) E altrettanto esculso ogni azione che, in previsione dell’atto coniugale(pillola contraccettiva)o nel suo compimento(preservativo,spirale,etc) nello sviluppo delle sue conseguenze naturali, si proponga, come scopo o come mezzo, di impedire la procreazione.

Qualcuno invoca la liceità,in qualche caso dell'uso della contraccezione ma sempre la HV afferma:

"Né, a giustificazione degli atti coniugali resi intenzionalmente infecondi, si possono invocare, come valide ragioni:che bisogna scegliere quel male che sembri meno grave o il fatto che tali atti costituirebbero un tutto con gli atti fecondi che furono posti o poi seguiranno,e quindi ne condividerebbero l’unica e identica bontà morale. In verità, se è lecito, talvolta, tollerare un minor male morale al fine di evitare un male maggiore o di promuovere un bene più grande, non è lecito, neppure per ragioni gravissime, fare il male, affinché ne venga il bene, cioè fare oggetto di un atto positivo di volontà ciò che è intrinsecamente disordine e quindi indegno della persona umana, anche se nell’intento di salvaguardare o promuovere beni individuali, familiari o sociali. È quindi errore pensare che un atto coniugale, reso volutamente infecondo, e perciò intrinsecamente non onesto, possa essere coonestato dall’insieme di una vita coniugale feconda".


Con questo vogliamo forse affermare che sia impedito regolare la natalità quando vi fossero motivi gravi e seri.I criteri, motivi per i quali è lecito regolare la natalità sono indicati dalla stessa HV a indicarlo.L'aspetto della regolazione della natalità si deve esercitare tenendo conto delle condizioni fisiche, economiche,psicologiche,sociali.Quindi gli sposi debbono tenere conto delle condizioni economiche,della salute fisica e psicologica,ma anche dei problemi sociali.A nostro modestissimo parere quest'ultimo elemento è stato trascurato,"privatizzando"la regolazione della natalità ritenedolo un affare privato della coppia che non riguarda la società.Si è fatto consistere il concetto di procreazione responsabile  in una visione ristretta all'uso tecnico dei metodi naturali per evitare la contraccezione.Molti si sono limitati a pochi figli potendone accoglierne di più,pretendo a pretesto o fraintedendo il concetto di procreazione responsabile e ciò ha contribuito a creare l'attuale situazione.

Non pochi Sacerdoti non condividono e avversano l'insegnamento della Humanae Vitae e per questo in sede di confessione danno consigli errati.Questo modo di fare erroneo trova le sue radici nella sofferta genesi della Humanae Vitae.Proprio in questi giorni ho potuto seguire una ricostruzione storica della genesi di questa  Enciclica,da parte della emittente televisiva dei Francescani dell'Immacolata.C'era un Sacerdote molto bravo che ha tenuto una bellissima relazione.Ha fatto rivelazioni ed affermazioni che sottoscrivo pienamente.Ha rivelato che molta ribellione a questo documento della Chiesa è nata grazie alla commissione preparatoria di studio,voluta dal beato Paolo VI in preparazione alla pubblicazione della Enciclica .Di questa commissione faceva parte il teologo redentorista  tedesco Bernhard Häring che,in quel periodo, era considerato il più grande teologo moralista.Era assai favorevole alla contraccezione ed aveva quasi convinto il beato Papa Paolo VI ad accettarla.Il Frate FI ha rivelato che, poco prima della pubblicazione della HV, pare che San Pio da Pietrelcina,inviò un messaggio al Santo Padre pregandolo di non dare approvazione alla contraccezione.Secondo il racconto l'enciclica era stata già scritta e pronta per essere pubblicata.Pare che il Papa abbia ascotato l'ammonimento del santo cappuccino e abbia cambiato il testo della enciclica in senso restritivo e negativo circa la contraccezione.

Ciò diede origine alla ribellione del teologo redentorista il quale,pare che per anni,girò per tutto il mondo per contestare la Humanae Vitae.Da ciò,secondo il Frate FI nasce la confusione e la contestazione ancora presente in tanti Sacerdoti.  

La Chiesa ha mostrato riconoscenza a Kiko,Carmen e al Cammino Neocatecumenale per avere, in questi anni ,combattuto questa mentalità denatalista,purtroppo esistente anche nella Chiesa,che ci sta danneggiando molto.

venerdì 12 settembre 2014

Ancora sulla liturgia delle ore


Continua la nostra riflessione sulla liturgia delle ore e sull'opportunità di proporla ai laici.Abbiamo detto che qualunque forma di preghiera cristiana è sempre buona e va sempre rispettata.Tuttavia non tutte le forme di preghiera sono uguali ed hanno lo stesso valore e importanza

La liturgia delle ore non è una semplice preghiera ma la preghiera liturgica della Chiesa.Recitare una semplice preghiera non è la stessa cosa che recitare la liturgia delle ore.Infatti,come ho più volte detto,la liturgia delle ore è strettamente connessa alla Messa e un prolungamento della Santa Eucarestia.  
Tra la liturgia delle ore e altre formule di preghiera cristiana c'è la stessa differenza che esiste tra devozione privata liturgia.

Infatti mentre il Rosario,la coroncina della divina misericordia etc ,sono espressione della devozione privata e personale ,la liturgia delle ore è espressione della liturgica pubblica del Corpo Mistico della Chiesa.La liturgia delle ore è la preghiera del Corpo Mistico della anche quando viene pregata individualmente.Quando si recita la liturgia delle ore non si prega solo per se stessi o in modo individuale,ma ci si unisce alla liturgia universale della Chiesa.Come ho già detto,la liturgia delle ore è strettamente unita alla Santa Messa e questo è un motivo in più per recitarla.    
Come illustra la nota della Congregazione per il Culto Divino intitolata:"Risposte ad alcune domande concernenti  l'obbligo della recita della liturgia delle ore:

"Se la celebrazione della Liturgia delle Ore fosse considerata solamente sotto l’aspetto di un dovere da compiersi per soddisfare un obbligo canonico, anche se lo è effettivamente, una tale considerazione risulterebbe una visione troppo ristretta, mentre si deve considerare prima di tutto che l’ordinazione sacramentale al diaconato e al presbiterato implica una responsabilità particolare di innalzare verso Dio, Uno e Trino, la preghiera di azione di grazie per la sua bontà, per la sua sovrana bellezza e per il disegno misericordioso concernente la nostra salvezza sopranaturale".
La liturgia delle ore non è solo un obbligo da adempiere e non è un compito riservato solo al clero e ai religiosi ma investe tutta la Chiesa.
Su questo tema propongo una riflessione dell'ottimo teologo Clarettiano Padre Matias Augè sulla opportunità,da parte dei laici,di recitare la liturgia delle ore.Questa riflessione è tratta da "Rivista liturgica"e si può leggere interamente al seguente link:

3. La Liturgia delle Ore è preghiera della Chiesa
Nel paragrafo precedente abbiamo visto come non si può parlare della preghiera di Cristo senza coinvolgere nel discorso la preghiera dei fedeli cristiani.Se l’orazione di Cristo è espressione della sua unione personale con il Padre, e la preghiera dei cristiani,seguendo il suo esempio e il suo mandato, è anche espressione di comunione vitale con Dio e con tutti gli uomini, ne consegue che la preghiera cristiana è essenzialmente comunitaria e quindi ecclesiale, anche quando essa si svolge nel segreto della propria camera (cf. Mt 6,6).Anche nei momenti di preghiera più intima, il cristiano deve conservare un’apertura verso la comunità ecclesiale e verso l’intera umanità. Non è possibile essere in comunione con Dio e immergersi nel mistero del Cristo senza prendere coscienza che questo Dio è il Padre di tutti gli uomini e che Cristo è il Salvatore universale. Ogni preghiera cristiana è fatta sempre da un membro della Chiesa, per Cristo, nello Spirito. Dobbiamo aggiungere, però, che, in ogni caso, la celebrazione in comune della LdO rappresenta sempre un valore aggiunto, in quanto «manifesta più chiaramente la [sua] natura ecclesiale» (Principi e Norme Liturgia delle Ore 33).Che la Liturgia delle Ore non sia solo preghiera del clero (e dei monaci), ma vera e propria celebrazione ecclesiale, è una convinzione che, dopo secoli di pratico oblio, si è imposta soprattutto nel corso del movimento liturgico classico e ha trovato autorevole conferma nei documenti del Vaticano II nonché nella riforma da esso promossa.Contro una visione ecclesiologica ristretta in senso clericale, che rischiava di ridurre la Chiesa alla sola gerarchia, il Vaticano II, ricollegandosi all’antica tradizione cristiana, ha compreso la Chiesa di nuovo come soggetto comunitario che è costituito dall’intero popolo di Dio. Orbene, la comunità dei credenti diviene un soggetto comunitario attraverso l’ascolto comune della parola di Dio, attraverso la partecipazione alla celebrazione liturgica dei misteri della salvezza e alla preghiera comune nonché attraverso l’esperienza della vita fraterna comunitaria. Il soggetto Chiesa costituito in questo modo non è dunque un’ipostasi separabile dalla concreta comunità dei credenti.In questo particolare settore, si capisce meglio il progresso dottrinale compiuto dai PNLO,se vengono confrontati con l’impostazione dottrinale dei documenti magisteriali precedenti, compresi gli stessi documenti del Vaticano II.Prendiamo come punto di confronto il solo documento del magistero pontificio, anteriore al concilio, che si è occupato in modo significativo della teologia della Liturgia delle Ore, e cioè l’Enciclica Mediator Dei (= MD) di Pio XII (20.11.1947). All’inizio della parte terza, MD parla del «fondamento teologico» dell’Ufficio divino[1. Per meglio valutare però l’impostazione dottrinale della MD, è utile ricordare prima alcuni principi proposti dall’attuale CIC.Il Can. 834, § 2, del CIC, attenendosi al Can. 1256 del Codice precedente, delinea il concetto di culto liturgico, mettendone in rilievo le tre condizioni richieste tradizionalmente, e cioè il culto liturgico è tale «quando esso viene reso in nome della Chiesa, da parte di persone legittimamente a ciò deputate e mediante gli atti (libri) approvati dall’autorità della Chiesa stessa». MD riprende questi concetti giuridici e li applica alla Liturgia delle Ore:
«L’Ufficio divino è, dunque, la preghiera del corpo mistico di Cristo,rivolta a Dio a nome di tutti i cristiani e a loro beneficio,essendo fatta dai sacerdoti,dagli altri ministri della Chiesa e dai religiosi, a ciò dalla Chiesa stessa delegati».
Sembra che si dovrebbe concludere da queste affermazioni che l’Ufficio divino è preghiera del corpo mistico di Gesù Cristo solo quando viene celebrato da sacerdoti, ministri e religiosi a tale compito delegati.È evidente che sotto tutto questo non vi è soggiacente nessuna reale teologia, ma solo una semplice visione giuridica, applicata a realtà teologiche[. Il Vaticano II nella Sacrosantum Concilium ripete sostanzialmente la stessa dottrina:
«Il divino Ufficio, secondo l’antica tradizione cristiana, è costituito in modo da santificare tutto il corso del giorno e della notte per mezzo della lode di Dio. Quando poi a celebrare debitamente quel mirabile canto di lode sono i sacerdoti e altri a ciò deputati per incarico della Chiesa, o i fedeli che pregano insieme col sacerdote nella forma approvata, allora è veramente la voce della sposa stessa che parla allo sposo, anzi è preghiera di Cristo che, unito al suo corpo, rivolge al Padre» (SC 84).
Notiamo però una novità importante in questo testo conciliare, se confrontato con quello anteriore della MD, ed è l’inclusione dei «fedeli che pregano insieme col sacerdote». In ogni modo, la mentalità dell’insieme del testo è sempre prevalentemente quella giuridica del CIC.I PNLO compiono un significativo passo avanti, quando da un’impostazione che fin qui appare per lo più giuridica passano a un’impostazione di tipo strettamente teologico. Alla LC di Paolo VI. che afferma che l’Ufficio è «preghiera di tutto il popolo di Dio», fa eco la PNLO che esordisce con queste parole: «La preghiera pubblica e comune del popolo di Dio è giustamente ritenuta tra i principali compiti della Chiesa» (PNLO 1). E più avanti: «La Liturgia delle Ore, come tutte le altre azioni liturgiche, non è un’azione privata, ma appartiene a tutto il corpo della Chiesa» (PNLO 20). E verso la fine del documento, si afferma ancora: «La lode della Chiesa non è riservata, né per la sua origine, né per la sua natura, ai chierici o ai monaci, ma appartiene a tutta la comunità cristiana» (Principi e Norme Liturgia delle Ore 270). Ecco perché i ministri sacri devono curare che «i fedeli siano invitati e siano istruiti con opportuna catechesi a celebrare in comune, specialmente nei giorni di domenica e di festa, le parti principali della Liturgia delle Ore» (PNLO 23).Stabilito il principio teologico secondo cui la comunità intera è il soggetto primario della LdO, in PNLO 28-32 si parla del «mandato di celebrare la Liturgia delle Ore». In questo caso, però, il mandato o «deputazione» fatta ai ministri sacri (e ai religiosi) sta a indicare il livello ecclesiale della LdO. Infatti la Chiesa li deputa alla celebrazione della LdO «perché il compito di tutta la comunità sia adempiuto in modo sicuro e costante almeno per mezzo loro, e la preghiera di Cristo continui incessantemente nella Chiesa» (PNLO 28). La dimensione ecclesiale della LdO non è quindi legata a un mandato della Chiesa, ma è strettamente connessa con la deputazione alla preghiera insita nel battesimo e che riguarda perciò tutti i cristiani. Così si esprime autorevolmente il CCC dopo aver affermato – citando SC 98 – che la LdO è la preghiera pubblica della Chiesa: «Nella quale i fedeli (chierici, religiosi, laici) esercitano il sacerdozio regale dei battezzati» (CCC 1174). Notiamo che col termine «fedeli» vengono indicati sia i laici che i religiosi e i chierici[.A conferma di tutto ciò, si abbia presente che la LdO è preghiera della Chiesa anche quando la comunità orante è formata eventualmente da soli laici: «Anche i laici riuniti in convegno, sono invitati ad assolvere la missione della Chiesa, celebrando qualche parte della Liturgia delle Ore» (PNLO 27 [corsivi miei]; cf. n. 32; CIC, can. 230, § 3). In questo caso, in mancanza del sacerdote o del diacono, un laico può quindi «presiedere» la celebrazione della Liturgia delle Ore (cf. Principi e Norme Liturgia delle Ore 258).I laici esercitano questa presidenza in virtù del loro sacerdozio battesimale (cf. CCC 1669).Dopo quanto abbiamo detto, è evidente che il soggetto orante – ministro sacro, religioso o fedele laico – si deve autocomprendere anzitutto come Chiesa, come membro del popolo di Dio e, in concreto, come soggetto che forma parte di una assemblea. I Principi e Norne Liturgia delle Ore 20, applicano questo principio generale alla Liturgia delle Ore per esaltarne la sua celebrazione comunitaria:
«Le azioni liturgiche non sono azioni private, ma celebrazioni della Chiesa, che è “sacramento di unità”, cioè popolo santo radunato e ordinato sotto la guida dei vescovi» (SC 26)".



mercoledì 10 settembre 2014

La liturgia delle ore è affare solo dei preti?Assolutamente no!Seconda parte




Cari amici mi scuso per il thread pubblicato e poi scomparso è stato solo un errore tecnico.Anzitutto vorrei smentire che si sia fatta una convivenza nella quale Kiko abbia proibito di usare internet.Nè c'è stata alcuna proibizione di scrivere su questo blog.Se i commenti sono stati disabilitati è stato perchè ero stanco di cancellare decine di  commenti  pieni di insulti,volgarità,offese alla mia persona.Discorsi assurdi strampalati di esauriti psicopatici.Inoltre ho voluto mettere fine al ping pong di chi voleva rispondere all' '"osservatorio"dopo essere stato censurato da Tripudio.Se per un certo periodo l'ho permesso è stato solo per dimostrare l'estrema scorrettezza e ipocrisia di Tripudio,Lino etc che negavano di fare ricorso alla censura in modo selvaggio.Ma ora è venuto il momento di smetterla.Questo blog vuole scoraggiare l'intervento su "osservatorio sul cammino necoatecumenale secondo verità".Inoltre smentisco che ho cancellato il precedente thread perchè avevo rivelato l'arcano.E' tutto descritto dallo Statuto il quale è a disposizione di tutti.

Ma venendo all'argomento della liturgia delle ore,volevo dire che nel precedente thread,abbiamo dimostrato che la Chiesa non proibisce affatto ai laici di recitare la liturgia delle ore nè questa è esclusiva del clero.Anzi la Chiesa,dopo la riforma liturgica post Vaticano II,incoraggia tutti i battezzati ad avvicinarsi alla liturgia delle ore e a prendere più consapevolezza del sacerdozio comune derivante dal battesimo.Abbiamo anche detto che la preghiera liturgica è la preghiera più grande e importante della Chiesa,nessuna altra preghiera,per quanto importante e bella,può paragonarsi ad essa nè sostituirla .Abbiamo aggiunto poi che,a differenza di tutte le altre forme di preghiera,la liturgia delle ore non è semplicemente una preghiera ma è una preghiera liturgica cioè un atto di adorazione strettamente connesso alla Messa.Attraverso la liturgia delle ore si eleva a Dio un atto di culto,di adorazione,secondo solo alla Messa.Ne consegue che il valore spirituale e la grazia santificante che se ne riceve è nettamente superiore a qualsiasi altra forma di preghiera.

Nel Cammino Neocatecumenale la recita delle lodi e ufficio delle letture viene consegnato dopo un congruo numero di anni e dopo una preparazione che è costituita da un ciclo di catechesi tratte dai vangeli com si evince dallo Statuto art.20 comma 1.

"Il combattimento spirituale della vita nuova del cristiano è inseparabile dal combattimento
della preghiera»83 che porta all’intimità con Dio.I neocatecumeni riscoprono l’iniziazione alla
preghiera liturgica e personale, anche notturna,84 che culmina con le catechesi dei Vangeli sulla preghiera e con la celebrazione della consegna del libro della Liturgia delle Ore. Da allora essi iniziano il giorno con la preghiera delle Lodi e dell’Ufficio delle Letture e imparano a fare un tempo di preghiera silenziosa e la preghiera del cuore".

Come si può leggere,ad un determinato punto del cammino i neocatecumeni vengono catechizzati alla preghiera  attraverso delle catechesi tratte dai Vangeli.Alla fine di questo ciclo di catechesi si vive un rito a cui,sovente è presente il Vescovo o un suo delegato,nel quale si riceve la consegna del breviario e ci si impegna a recitare,all''inizio di ogni giorno, le lodi e l'ufficio delle letture.Non si tratta quindi di un obbligo giuridico,perchè i laici non hanno obbligo giuridico di recitare la liturgia delle ore,ma di un sorta di dovere morale,spirituale.

Oltretutto la preghiera liturgica è l'arma più efficace per combattere l'opera del demonio,le tentazioni,il peccato e la seduzione del mondo.E' un arma potentissima per ricevere tante grazie di cui la più grande è la fede e la conversione e santificazione.  

Nel Cammino non viene fatta alcuna imposizione di fare le lodi,chi dice il contrario mente spudoratamente.I catechisti in forza di quanto prevede lo Statuto hanno,tra i loro compiti,quello di fare discernimento circa l'idoneità dei singoli neocatecumeni per quanto riguarda il passaggio alle tappe,consultare il comma 3 dell'articolo 28.La preghiera liturgica è parte integrante di questo percorso di fede,pertanto è dovere dei catechisti verificarne la fedeltà e la perseveranza da parte dei neocatecumeni.Il Cammino Neocatecumenale è una pedagogia,una iniziazione cristiana che vuole educare i neocatecumeni a porre Dio al centro della vita,al primo posto,per cui inculca la preghiera liturgica come primo atto di adorazion quotidiana.

Non vogliano porre la questione in termini di peccato,facciamo un discorso più ampio che si spinge più avanti.Un neocatecumeno che non è fedele alla preghiera liturgica ,che gli è stata consegnata  e che ha accettato liberamente,non commette peccato nell'infrangere un obbligo canonico.I laici  infatti non hanno obbligo canonico di recitare la liturgia delle ore.Dimostra però di non porre Dio al primo posto,al centro della sua vita e di non dargli l'importanza che merita.Prendere l'impegno solenne,davanti al Vescovo,di pregare,all'inizio di ogni giorno,e poi non mantenere fede a questo impegno,significa non onorare Dio,e in un certo senso prendersi gioco di lui.Equivale,secondo noi,a fare un voto,una promessa a Dio e poi non mantenerla.


Iniziare la giornata con la liturgia delle ore è qualcosa di meraviglioso che dona molta grazia e permette di santificare tutta la giornata.Tutti gli altri discorsi sono sciocchezze,discorsi di comodo,ipocriti da parte di chi non vuole impegnarsi nello sforzo della preghiera ma vuole vivere una fede annacquata,insipida,di comodo.
Sono discorsi di quei cristiani inamidati,tiepidi che Papa Francesco da mesi ha numerose volte stigmatizzato.

Sono contento che i fratelli del Cammino stanno ascoltando il mio invito a disertare il blog "osservatorio"e infatti i commenti di quel blog sono nettamente e drasticamente diminuiti.Molto ha contribuito la decisione di non permettere più commenti su questo blog.

Oramai sono sempre gli stessi quattro sfigati che moltiplicano i commenti,sotto diversi nickname.Lo ripeto,è un blog morente che si sta spegnendo progressivamente.Non ha più nulla da dire e infatti continuano a parlare ossessivamente di Guam di cui non frega niente a nessuno.

lunedì 8 settembre 2014

La liturgia delle ore è cosa solo da preti?Assolutamente no!


Cari amici la liturgia delle ore è forse prerogativa del clero?Assolutamente no!La Chiesa non proibisce affatto a tutti i fedeli battezzati di recitare la liturgia delle ore anzi la consiglia.Basta dare un occhiata ai principi e norme della lituriga delle ore.Lo scritto tra parentesi è mio:

"CAPITOLO I - IMPORTANZA DELLA LITURGIA DELLE ORE O UFFICIO DIVINO NELLA VITA DELLA CHIESA (nn. 1 - 33)



1. La preghiera pubblica e comune del popolo di Dio è giustamente ritenuta tra i PRINCIPALI COMPITI DELLA CHIESA. Per questo sin dall’inizio i BATTEZZATI(non solo i preti)«erano assidui nell’ascoltare l’insegnamento degli apostoli e nell’unione fraterna, nella frazione del pane e nella preghiera» (At 2, 42). Più volte gli Atti degli Apostoli attestano la preghiera unanime della comunità cristiana.Le testimonianze della Chiesa primitiva attestano che ANCHE I SINGOLI FEDELI(non solo i preti), in ore determinate, attendevano alla preghiera. In seguito, in varie regioni, si diffuse la consuetudine di destinare tempi particolari alla preghiera comune, come, per esempio, l’ultima ora del giorno, quando si fa sera e si accende la lucerna, oppure la prima ora, quando la notte, al sorgere del sole, volge al termine.Con l’andare del tempo si cominciarono a santificare con la preghiera comune anche altre ore, che i Padri vedevano adombrate negli Attidegli Apostoli. In questo libro, infatti, si parla dei discepoli radunati all’ora di terza.2 Il Principe degli apostoli «salì verso mezzogiorno sulla terrazza a pregare» (10, 9); «Pietro e Giovanni salivano al tempio per la preghiera verso le tre del pomeriggio» (3, 1); «verso mezzanotte, Paolo e Sila in preghiera cantavano inni a Dio» (16, 25).



La liturgia delle ore quindi è la  preghiera più importante della Chiesa perchè è collegata all'Eucarestia come si evince ancora da principi e norme della liturgia delle ore:

"Rapporto tra Liturgia delle Ore ed Eucaristia


12. La Liturgia delle Ore estende 59 alle diverse ore del giorno le prerogative del mistero eucaristico, «centro e culmine di tutta la vita della comunità cristiana»:60 la lode e il rendimento di grazie, la memoria dei misteri della salvezza, le suppliche e la pregustazione della gloria celeste.La celebrazione dell’Eucaristia viene anche preparata ottimamente mediante la Liturgia delle Ore, in quanto per suo mezzo vengono suscitate e accresciute le disposizioni necessarie alla fruttuosa celebrazione dell’Eucaristia, quali sono la fede, la speranza, la carità, la devozione e il desiderio dell’abnegazione di sé".



Come si può leggere tra la liturgia delle ore e la S.Eucarestia c'è una connessione strettissima, pertanto non c'è dubbio che qualsiasi altra forma di preghiera,benchè buona, non si può paragonare alla liturgia delle ore nè può sostituirla.



Ma la domanda è:Ai laici è impedita la recita della liturgia delle ore?Assolutamente no!Basta leggere i principi e norme della liturgia delle ore:




27. Anche i laici riuniti in convegno sono invitati ad assolvere la missione della Chiesa,103 celebrando qualche parte della Liturgia delle Ore, qualunque sia il motivo per cui si radunano o quello della preghiera o dell’apostolato o altro. È necessario, infatti, che imparino ad adorare Dio Padre in spirito e verità104 anzitutto nell’azione liturgica, e si ricordino che mediante il culto pubblico e la preghiera raggiungono tutti gli uomini e possono contribuire non poco alla salvezza di tutto il mondo. È cosa lodevole, infine, che la famiglia, santuario domestico della Chiesa, oltre alle comuni preghiere celebri anche, secondo l’opportunità,qualche parte della Liturgia delle Ore, inserendosi così più intimamente nella Chiesa.".



Un teologo interpellato sulla opportunità della recita della liturgia delle ore da parte dei laici ha detto:


"La diffusione della liturgia delle ore tra i battezzati è uno dei segni più limpidi del  rinnovamento
dovuto all’impulso del Concilio Vaticano II. Nelle epoche precedenti, per varie motivazioni, la liturgia delle ore era diventata la preghiera tipica dei chierici, alla quale sono obbligati in forza del loro stato di ministri. Da essa, di fatto, erano esclusi i laici, sia per la complessità delle norme da seguire sia per l’uso della obbligatorio lingua latina.

Per venire incontro alle necessità spirituali del popolo, nel passato anche recente erano diffusi manuali di preghiere varie, che hanno nutrito la fede quotidiana di tanti battezzati. Il rinnovamento liturgico del XX secolo ha portato una rinnovata consapevolezza del mistero della Chiesa e del valore del popolo di Dio, un popolo che è sacerdotale nel suo complesso, come ricorda la Scrittura. Si capisce come la liturgia delle ore sia soprattutto una preghiera comunitaria e in questa caratteristica risplende il suo valore peculiare: «L’esempio e il comando del Signore e degli apostoli di pregare sempre e assiduamente non si devono considerare come una norma puramente giuridica, ma appartengono all’intima essenza della Chiesa medesima, che e comunità e deve quindi manifestare il suo carattere comunitario anche nella preghiera». (Principi e norme, 9). Il documento appena citato ricorda la storia della formazione di questa preghiera, nata come espressione di preghiera personale, legata ai vari momenti del giorno, e trasformatasi ben presto in preghiera comunitaria. Preghiera ufficiale della Chiesa, la liturgia delle ore ha una struttura intrinseca comunitaria: nella preghiera comune si riflette l’immagine della Chiesa sposa che invoca il suo Signore. Tuttavia, anche nella preghiera del singolo battezzato, si riflette, sia pure in modo minore, la medesima dimensione ecclesiale..".

Privarsi della liturgia elle ore quindi significa rinuciare alla forma di preghiera più grande e importante della Chiesa.Significa rinunciare ad un tesoro inestimabile di grazia che nessuna altra forma di preghiera,seppure buona,può dare".  

Qualcuno alludeva al senso di libertà o alle sensazioni piacevoli che provava davanti al tabernacolo.Anzitutto l'adorazione eucaristica fuori la Messa non è in contrasto nè è è più importante nè sostituisce la liturgia delle ore.Anzi essendo la liturgia delle ore un estenzione delle prerogative del Mistero eucaristico,dovrebbe essere il contrario cioè,l'adorzione eucaristica dovrebbe portate ad una preghiera maggiore.Ad una consapevolezza più profonda e a anche a recitare la liturgia delle ore.

Inoltre la preghiera non è solo avere delle senzazioni piacevoli.Pensare questo significa avere un idea infantile e puerile della preghiera.Pregare non è solo consolazione ma è anche un combattimento,sforzo come illustra il Catechismo della Chiesa Cattolica:

IL COMBATTIMENTO DELLA PREGHIERA

2725 La preghiera è un dono della grazia e da parte nostra una decisa risposta. Presuppone sempre UNO SFORZO.I grandi oranti dell'Antica Alleanza prima di Cristo, come pure la Madre di Dio e i santi con lui ce lo insegnano:LA PREGHIERA E' UNA LOTTA. Contro chi? Contro noi stessi e contro le astuzie del tentatore che fa di tutto per distogliere l'uomo dalla preghiera, dall'unione con il suo Dio. SI PREGA COME SI VIVE, PERCHE' SI VIVE COME SI PREGA. Se non si vuole abitualmente agire secondo lo Spirito di Cristo, non si può nemmeno abitualmente pregare nel suo nome. Il « combattimento spirituale » della vita nuova del cristiano è inseparabile dal combattimento della preghiera",


Pensare che pregare non esiga sforzo e disciplina,ma sia qualcosa di legato solo all'emotività  è illusorio ma soprattutto non è un pensiero cristiano.E' un modo di pensare dettato dall'utilitarismo,dalla pigrizia di non volersi sforzare.Inoltre l'idea che la preghiera debba portare solo a percepire dei sentimenti piacevoli,una sorta di estasi,appartiene più alla visione buddista che a quella cristiana.Anche i buddisti infatti pregano ma in modo diverso dai cristiani.Essi pregano per staccarsi dal mondo,dalla sofferenza della vita,per raggiungere il nirvana cioè un distacco dal mondo.   

sabato 6 settembre 2014

Ma quale canto gnostico?E' l' 'ennesima bufala di Lino Lista!

Fotografia del canto in questione

Cari amici  e fratelli voglio divertirmi a rispondere a Lino Lista e al suo maldestro tentativo di ingannare ,
attraverso un sofisma.Per chi ignora il significato del  termine "sofisma"scelgo la spiegazione data da
wikipedia,la ritengo esatta.Un sofisma è un'argomentazione capziosa e fallace, apparentemente valida ma fondata in realtà su errori logici formali o ambiguità linguistiche determinate dall'atteggiamento eristico e dall'intento volutamente ingannevole.Sottolineo anche il termine "eristico che corrisponde a quell'atteggiamento secondo il quale, non interessa se un discorso possa essere vero o falso né le definizioni delle parole che vengono impiegate; il suo unico fine è quello di confutare il proprio avversario e di persuaderlo di avere ragione mediante la retorica.Queste parole descrivono esattamente il comportamento di Lino Lista e dell'"osservatorio".

Ma veniamo alla questione sollevata da Lino Lista.Secondo questo signore il canto di Kiko intitolato:Gesù percorreva tutte le città,tratto dal Vangelo di Matteo 9,35 e seguenti e dal capitolo 10,sarebbe tratto dal Vangelo gnostico di Tommaso.Sarebbe quindi gnostico,eretico.

Per prima cosa vorrei dire che il Papa emerito,Benedetto XVI,nella udienza generale del 27 settembre del 2006 espresse apprezzamento per il Vangelo apocrifo di Tommaso.Non va visto quindi con disprezzo,infatti il Papa emerito affermò:

"In effetti,nel suo nome vennero poi scritti gli Atti e il Vangelo di Tommaso,ambedue apocrifi ma comunque importanti per lo studio delle origini cristiane".

Per chi desidera leggere tutto il discorso del Papa può farlo al seguete link:

http://www.vatican.va/holy_father/benedict_xvi/audiences/2006/documets/hf_ben-


Se Lino Lista ha l'onestà intellettuale e l'umiltà di andare a leggere lo Statuto del Cammino,noterà che,all'articolo 11 comma 3 ,c'è una  nota,non semplicemente descrittiva ma normativa,che  afferma quanto segue:

"Nel Cammino Neocatecumenale si adopera un innario di canti tratti dalla Parola di Dio e della
tradizione liturgica cristiana ed ebraica,che vanno sottolineando i contenuti delle diverse tappe e passaggi".

Questa nota afferma che nel Cammino si adoperano inni e canti tratti dalla Parola di Dio.E' difficile ipotizzare che il Pontificio Consiglio per i Laici approvasse uno Statuto che richiama,nelle sue note didascaliche, un innario di canti che ha contenuti  gnostici o addirutura eretici.Oltretutto il canto in questione è precedente all'approvazione dello Statuto e se fosse stato realmente gnostico,ci sarebbe stato tutto il tempo,da parte delle competenti Congregazioni Vaticane,di censurarlo o di correggerlo.Del resto anche tuttora la Santa Sede potrebbe chiedere a Kiko di correggere il canto,qualora ci fosse un reale errore ma ciò non risulta affatto.  

Su cosa poggia la tesi accusatoria di Lino Lista?Lino sostiene,come ho detto, che nel canto di Kiko si usa la parola ASTUTI anzichè PRUDENTI e che questa traduzione sbagliata sarebbe ricavata dal Vangelo di Tommaso che è gnostico e apocrifo.L'accusa quindi si basa su una unica parola?

Ritengo che accusare di gnosticismo un testo di un canto basandosi esclusivamente su una parola è una operazione assai disonesta e manifesta una profonda malafede.Per il canto vale lo stesso ragionamento fatto da Padre Giuseppe Groppo,nella sua relazione fatta per conto della Cong.per il Clero.La verità del canto non va valutata considerando  la singola parola ma la totalità del testo.E il testo,nel suo complesso, è fedele al significato voluto da Matteo. 

Vorrei comunque  far notare che il termine ASTUTI nella traduzione di Matteo non è usata solo da Kiko ma c'è anche un grande testimone della storia della Chiesa  che lo usa.Mi riferisco al grande S.Agostino di Ippona.Infatti in uno dei suoi commenti,riferendosi alla frase di Gesù in questione di Matteo 10,usa il termine ASTUTI non PRUDENTI.Ora voglio chiedere a Lino:Pensi che anche S.Agostino fosse gnostico?

Cliccando sul link potrete leggere il discorso di S.Agostino:


http://www.augustinus.it/italiano/discorsi/discorso_083_testo.htm


Riporto qui lo stralcio che interessa:

"DISCORSO 64/A

SUL PASSO DEL VANGELO DI MT 10, 16:
"
ECCO, VI MANDO COME PECORE" ECC.NELLA FESTA DEI MARTIRI

"Che cos'è l'astuzia dei serpente.

2. Nel passo ch'è stato letto abbiamo sentito anche: Quando vi arresteranno non dovete preoccuparvi di quel che dovrete dire, poiché non sarete voi a parlare, ma sarà lo Spirito del Padre vostro che parlerà in voi 3. Perciò in un altro passo dice: Ecco, io sarò con voi sino alla fine del mondo 4. Quelli che allora ascoltavano queste parole del Signore erano forse destinati a rimanere sulla terra sino alla fine del mondo? Il Signore in realtà pensava non solo a coloro che sarebbero morti allora, ma anche a tutti gli altri che sarebbero venuti dopo in questa vita, a noi stessi e a quelli dopo di noi, e vedeva tutti nell'unico suo corpo. Questa voce dunque, con la quale disse: Io sarò con voi sino alla fine del mondo, non l'udirono quelli soltanto, ma l'abbiamo udita anche noi; anche se allora non l'ascoltavamo per nostra diretta conoscenza, l'ascoltavamo però nella sua prescienza. Facciamo dunque in modo di osservare, come pecore in mezzo ai lupi, i precetti di Colui che ci ammonisce di essere semplici come colombe e ASTUTI COME SERPENTI 5: semplici come colombe per non nuocere a nessuno, astuti come serpenti per stare in guardia e non ricevere danno. Ma non potrai stare in guardia dal ricevere danno, se non comprenderai in che cosa puoi essere danneggiato. Ci sono infatti di quelli che combattono opponendosi [ad altri] per i beni temporali; e se vengono ripresi perché si oppongono con accanimento, rispondono di fare come è stato detto, cioè da astuti come serpenti, mentre dovrebbero piuttosto non resistere al male, come comanda lo stesso Signore 6. Riflettano dunque su ciò che fa il serpente, come ai colpi di chi lo percuote espone le spire del suo corpo per difendere il capo, per conservare quella parte del corpo nella quale si accorge di avere la vita; come trascura tutto il resto della sua lunghezza perché il suo capo non sia fatto a pezzi da chi gli dà la caccia! Se dunque vuoi imitare l'astuzia del serpente, conserva il tuo capo. Infatti sta scritto: Capo dell'uomo è Cristo 7. Vedi pertanto dove hai Cristo poiché, grazie alla fede, in te abita Cristo. Chiedo - dice l'Apostolo - che Cristo abiti per mezzo della fede nei vostri cuori 8. Affinché dunque la tua fede perduri integra, colloca davanti al persecutore tutto il resto affinché la parte per cui vivi resti illesa. Ora Cristo nostro Signore, ch'è anche il capo di tutta la Chiesa, e siede alla destra del Padre, non può più essere colpito dai persecutori; egli tuttavia soffrendo con noi e mostrando di essere in noi, a quel Saulo, che in seguito divenne l'apostolo Paolo, gridò dal cielo: Saulo, Saulo, perché mi perseguiti9. Eppure per verità nessuno lo toccava; ma gridò dall'alto per le sue membra oppresse sulla terra, come loro capo. Se Cristo per mezzo della fede abita nei cuori cristiani, si deve trascurare tutto ciò che il persecutore può colpire o portare via, perché la fede sia salva, cioè Cristo rimanga nel credente, in modo che perdiamo tutto il resto per conservare la fede, piuttosto che perder la fede per conservare il resto".

Caro Lino Lista ti faccio un appello,lascia perdere!I tuoi giochetti,le tue furbate non impressionano nessuno.Solo gli "osservatori"possono darti ragione e ascolto.I tuoi trucchetti non attaccano.Faresti bene a parlarte di quello che conosci perchè del Cammino conosci ed hai capito poco o nulla.So già che troverai la pezza a colori perchè nel tuo vocabolario il termine:"Ho sbagliato,ho detto una cazzata,non esiste".Il tuo problema è che sei troppo pieno di te stesso,troppo superbo ,per questo vuoi mettereti sopra la Chiesa,il Papa.Ti senti superiore a chiunque ma sei solo un ridicolo bambinone.

Ascolta il consiglio di un tuo conterraneo ,lascia perdere.Se proprio vuoi fare una cosa utile a te stesso e ai tuoi amici di blog,convincili a chiudere.Continuare è inutile, non serve a nulla e a nessuno e non vi calcola nessuno.O quantomeno cambiatelo migliorandolo. 

Questa è l'ultima volta che ti rispondo,non ho intenzione di perdere altro tempo con te e di darti visibilità.Se vuoi vendere libri scegli un'altra strada.Non si costruisce nulla sulle bugie,menzogne e falsità.

La funzione commenti resta disabilitata ma se volete comunicare scrivete a

osservatorivergognatevi@yahoo.it.


venerdì 5 settembre 2014

La coroncina alla Divina Misericordia



Cari amici sono molto divertito dal puerile comportamento di Lino Lista.Mi insulta,ha indicato il link del mio account faceboock,invita a leggere il curriculum vitae,secondo lui povero.Una reazione veramente infantile che mi fa ridere di gusto.Non sono affatto offeso dalle scemenze che dice Lino Lista,anzi mi diverte molto.Si convinca  Lino Lista che fa solo ridere ed  anche patetico.L'amico Jeff ha proprio ragione, il livello morale di Lino è veramente basso.Capisco il suo nervosimo ,non è in grado di rispondere alle mie,ben documentate obiezioni,e cosi non può fare altro che offendere.Giustifica la sua reazione con il fatto che faccio il suo  vero nome e cognome.Ma chiedo,quale è il problema?Perchè vuole rimanere segreto?Se è nel giusto,se dice cose vere cosa teme?Lo stesso dicasi per Tripudio,perchè si nasconde così accuratamente addirittura usando due PC,due indirizzi mail ?Rimproverano al Cammino di essere segreto ma poi vogliono nascondersi.

Caro Lino Lista vuoi criticare il Cammino?Fai pure,chi te lo impedisce,ma fallo a viso aperto e dicendo cose intelligenti ed esatte.Non dire stupidaggini che fanno solo ridere.Perchè poi chi conosce veramente il Cammino ti risponde per le rime e ti fa fare la figura dell'ignorante.

RASSEGNATI DEL CAMMINO NON SAI NULLA E NON HAI CAPITO NIENTE!

Generalmente quando si chiede agli "osservatori"di declinare la loro reale identità ci  raccontano la favoletta delle ritorsioni.E' una vera scusa,puerile ed infantile perchè chiunque ha attaccato e criticato il Cammino non ha ricevuto alcuna reazione anche quando se la sarebbe meritata.

Lo stesso Padre Zoffoli agì a viso aperto,subì forse qualche ritorsione?Don Gino Conti,Don Elio Marighetto,per sbagliate che fossero le loro accuse,le hanno fatte mettendoci la faccia.Quali ritorsioni hanno ricevuto?E Sandro Magister che su Cammino ne ha dette tante di sciocchezze?

Ma Lino,Tripudio e gli altri perchè si nascondono?

Caro Lino Lista è inutile che ti offendi e insulti,del Cammino,tu e i quattro balordi che scrivono sul vostro blog,sapete poco o nulla e ne avete capito ancora meno.

Puoi fare mille volte il mio nome e cognome,chi se ne frega?Continuerò sempre a denuciare le vostre cialtronerie,bugie,le falsità,l'ipocrisia e l'ignoranza.Farò sempre ironia sulle cretinate che dite.Se non volete la mia ironia non dite stupidaggini.

Dopo questa premessa vorrei parlare della Coroncina della Divina Misericordia.Da qualche mese ho preso l'abitudine di recitarla quotidianamente  e debbo dire che trovo un beneficio spirituale.

Invito i lettori di questo blog a recitarla ogni giorno alle 15,00 l'ora della misericordia.E' possibile farlo anche su TV Sat 2000.

Pubblico una riflessione tratta dal seguente sito:

http://www.festadelladivinamisericordia.com/page/coroncina-della-divina-misericordia.asp

Gesù conosce benississimo i tuoi problemi,le tue paure, i tuoi bisogni ,la tua malattia e ti vuole aiutare.Ma come fa se tu non lo invochi,non lo preghi ?E' un Padre misericordjoso che ti aspetta a braccia aperte in qualunque momento.Prendi ora la corona del rosario e pregalo di esaudire le tue necessità: vedrai continui e silenziosi miracoli nella tua vita.Affidati a Lui con la coroncina alla Divina Misericordia ,esaudirà tutte le tue richieste ........ti toglierà la tristezza e ti darà la Sua gioia.Non temere .Ti dice : credi forse che Mi manchi l 'onnipotenza per venirti in aiuto ? Fidati fidati fidati di Lui.


Attraverso questa preghiera noi offriamo al Padre Eterno tutta la Persona di Gesù, cioè la Sua divinità e tutta la Sua umanità che comprende corpo, sangue e anima. Offrendo al Padre Eterno il Figlio amatissimo, ci richiamiamo all'amore del Padre per il Figlio che soffre per noi. La preghiera della Coroncina si può recitare in comune o individualmente. Le parole pronunciate da Gesù a Suor Faustina, dimostrano che il bene della comunità e di tutta l’umanità si trova al primo posto: "Con la recita della Coroncina avvicini a Me il genere umano" (Quaderni…, II, 281) Alla recita della Coroncina Gesù ha legato la promessa generale: "Per la recita di questa Coroncina Mi piace concedere tutto ciò che Mi chiederanno" (Quaderni…, V, 124 ) Nello scopo per il quale viene recitata la Coroncina Gesù ha posto la condizione dell'efficacia di questa preghiera: "Con la Coroncina otterrai tutto, se quello che chiedi è conforme alla Mia Misericordia"  (Quaderni…, VI, 93). In altre parole, il bene che chiediamo deve essere assolutamente conforme alla volontà di Dio. Gesù ha promesso chiaramente di concedere grazie eccezionalmente grandi a quelli che reciteranno la Coroncina.